Febbraio 2012

SEGUE prova comparativa tra VEF Radiotehnika RRR SM300 & Indiana Line DJ310
L'ascolto

a cura di Daniele Pucciarelli


L'ascolto: SM300 vs DJ310




La prova di ascolto è stata effettuata in un mio ambiente privato , con la seguente apparecchiatura Hi-Fi :
  • Sorgente digitale di lettura costituita da un PC-AUDIO ottimizzato, con scheda audio M-AUDIO AUDIOPHILE 192, utilizzata tramite uscita digitale coassiale.
  • Convertitore Digitale-Analogico CAMBRIDGE AUDIO DAC-MAGIC (tramite ingresso SPDIF coassiale).
  • Amplificatore integrato CREEK-AUDIO EVOLUTION 2.
  • Cablaggi di segnale digitale tramite cavo coassiale adeguato.
  • Cablaggi di segnale analogico tramite cavo coassiale semibilanciato VAN DEN HUL D102 MKIII HYBRID.
  • Cablaggi di potenza mediante cavo autocostruito.
  • 1^ coppia di Diffusori VEF Radiotehnika RRR   SM-300
  • 2^ coppia di Diffusori Indiana Line DJ310
Materiale ascoltato:

ANITA BAKER  Rhythm of love / AUDISON  Music Expression vol.1 / DIANE SCHUUR  Talkin' 'bout you / DIRE STRAITS  On every street / KEITH JARRET, CHARLIE HADEN  Jasmine / LIVING COLOUR  Stain / MARIA CAREY  #1's / MICHAEL JACKSON Dangerous / MODEST PETROVIC MUSORGSKIJ  Quadri da un esposizione - M.Ravel / NATALIE COLE  Take a look / NATALIE COOL  Unforgettable with love / PINK FLOYD  The wall (remastering 2011) / PRINCE  Emancipation / ROGER WATERS  Amused to death / THE NOTTING HILLBILLIES  Missing... /

Per questa prova la discografia è stata ridimensionata in ampiezza, e riposizionata nei generi musicali. Ho previsto un numero inferiore di album, ma un estensione alla prova di ascolto a musiche anche non troppo "audiophile", ma che la fisionomia dei diffusori mi ha suggerito di prendere comunque in esame più accuratamente del solito. Dalla classica, al jazz, al soul, al country, al rock, all'hard rock fino al pop ed anche alla disco.....(era una vita che non smanettavo con la DiscoMusic!!)
Non mi piace assolutamente interporre tra l'amplificatore ed i diffusori un selettore per altoparlanti, e neanche mantenere i diffusori vicini tra loro durante l'eventuale commutazione per un confronto in "tempo reale", percui ho ascoltato una serie di pezzi in successione ben precisa (in numero di 3 per volta) con una coppia di diffusori, e dopo averli sostituiti li ho ascoltati con l'altra! Alla fine ero davvero stanco di spostarli e rispostarli, ma ciò mi ha permesso di lasciare "aria" attorno ai nostri apparecchi, fondamentale per dare loro un giudizio piuttosto preciso.
Se avete ancora un attimo di pazienza vorrei specificare anche che i potenziometri delle Radiotehnika sono stati ruotati, dopo veloci ma specifiche prove di ascolto, nella posizione che ben vedete nella foto della pagina precedente; mi pare estremamente importante specificarlo, anche perchè ad orecchio l'intervento dei potenziometri è macroscopico, e probabilmente sarebbe stato più che sufficiente un range di controllo meno ampio, sopratutto dal lato "attenuazione". In pratica il potenziometro del tweeter è stato posizionato alle "ore 16" e quello del mid appena sotto le "ore 15".

Come sempre abbondante rodaggio tramite segnali sinusoidali a bassissima frequenza intervallati da "scrosci" di Pink Noise a banda intera; dopo diverse ore di questa simpaticissima sinfonia (e di occhiate di mia moglie che non ho ben decifrato, ma solo immaginato nel significato....)  ho riservato loro un pò di musica a volume medio, senza farci particolare caso e continuando a fare altre cose.....


Posizionamento in ambiente

Indiana Line "DJ 310". Come tutti i bookshelf devono essere posizionate in modo che stiano vicine, o addirittura attaccate, alla parete di fondo. In un primo momento, avendo a portata di mano dei supporti bassissimi, le ho posizionate a circa 20cm da terra e leggermente inclinate verso l'alto, ma tutta la gamma mediobassa ed una buona porzione della media risultavano un pò troppo "inscatolate". Percui ho trovato giovamento nell'alzarle fino alla quota di 40cm da terra e per questo non più inclinate (come se fossero piazzate su un basso stand, o su un ripiano tipo quelli dove si appoggiano i TV LCD); così ho trovato il loro miglior equilibrio in tutta la gamma, con il plus di portare il tweeter all'altezza delle mie orecchie. I primi fugaci ascolti mi hanno fatto subito capire che il miglior pregio di questo diffusore sicuramente non è la "scena acustica"; tenendole parallele alla parete di fondo si ottiene un evidentissimo svuotamento della scena centrale. Abbastanza ovvio visto la tipologia del diffusore, ed oltretutto con la simmetria degli altoparlanti posti sul largo baffle che non aiuta. Così utilizzo un bel pò di "toe-in", ossia le chiudo in modo che puntino addirittura davanti alla mia testa, ricavando un riempimento "sonoro" al centro dei diffusori ma anche una evidente tendenza a sentire che i suoni provengono proprio dal baffle.......Ecco che torno parzialmente sui miei passi, e con un pò di fatica in più del solito trovo il punto di "toe-in" che mi permette di non sentire molto la presenza del diffusore, ed al contempo avere un certo riempimento della scena sonora centrale. Il problema è che, almeno nel mio ambiente, questa specifica angolazione (ossia con i diffusori che puntano dritti sulle mie orecchie) è piuttosto "critica", ed il diffusore non ha molto margine di rotazione. Vabbè, aggiudicato verso le orecchie. In ogni caso mi pare di capire che la profondità della scena, comunque vengano puntate, latita abbastanza; vedremo. Non consiglio di "appiccicarle" alla parete posteriore, ma sopportano di buon grado anche una sua certa vicinanza; nel mio caso a circa 50cm ho trovato un valido compromesso per avere una risposta complessiva il più equilibrata possibile.

VEF Radiotehnika RRR "SM-300". Vista la loro altezza un pò ridotta (80cm, con il tweeter a soli 71 cm da terra), e malgrado siano diffusori da pavimento, li pongo su uno stand di 20cm in modo che i tweeter "sparino" all'altezza desiderata. Inizio a smanettare con i controlli di livello posti sul baffle, e trovo una "calibrazione" che mi pare sufficentemente lineare; ma il successivo ascolto mi fa capire che c'è qualcosa che non va in gamma alta. O meglio in quella porzione di frequenze che presumo vadano dall'incrocio tra il medio ed il tweeter, in su. Riprovo a regolare i livelli, ma noto che il tweeter rimane sempre leggermente indietro, anche con il suo livello al massimo; inoltre la gamma bassissima viene surclassata dalla mediobassa, che risulta un pò troppo in evidenza.......Dopo qualche ripensamento levo il piedistallo e li appoggio in terra. Miracolo! ( a dire il vero non è un miracolo, e chi conosce qualche principio tra le relazioni delle fasi ecustiche degli altoparlanti sa di cosa parlo....) Il diffusore ora presenta un estremo acuto anche leggermente in evidenza, una gamma medioalta più regolare ed un miglior compromesso tra estensione in "basso" e calore della gamma bassa; finalmente ricalibro come si deve i livelli di tweeter e midrange, arrivando alla posizione che vedete in foto nelle pagine precedenti, e che mi accompagnerà per tutto il "viaggio sonoro". E' evidente che sono state progettate per suonare con l'asse del tweeter posto circa 25cm sotto alle Vs orecchie e con le bocche reflex "rasoterra"; in pratica, quando erano sollevate, si verificavano dei fenomeni di cancellazione del segnale molto evidenti in gamma alta, dovuti alla interazione tra l'emissione del tweeter e quella del medio, probabilmente tagliati elettricamente con filtraggi parecchio blandi; ecco spiegato l'arcano della loro "bassezza"!
Anche queste VEF, non mi fanno gridare al miracolo per l'immagine sonora, ma posizionandole di TOE circa come le DJ310 (ossia puntandole  verso le orecchie) danno una sufficiente sensazione di proporzionalità tra larghezza di scena, grado di riempimento della stessa, e senso di profondità; anche loro non scompaiono certo dalla stanza per incanto come succede con diffusori dal baffle più stretto, ma hanno un grado di tolleranza nel puntamento del loro baffle un pò più ampio delle Indiana Line. E' bene specificare che la parete di fondo dovrebbe stare ad almeno 60-70cm dai diffusori, pena un ingrassamento eccessivo della gamma mediobassa. Da dire che malgrado l'asimmetria della disposizione del medio e del tweeter sul baffle, i diffusori sono identici, e non vengono venduti con baffle speculari propri del canale destro e sinistro; ma visto il prezzo va benissimo così.





Impressioni di ASCOLTO
Inizio la prova con il genere più ostico che i nostri diffusori possano riprodurre: la musica classica.  Con le SM300, i fiati di  Musorgskij in una interpretazione di Ravel appaiono abbastanza realistici  e chiari, anche se si avverte un certo calore nella gamma media che tende a impastare leggermente il loro timbro; nello stesso frangente le DJ310 fanno l'opposto, colorando le trombe e rendendole un pò squillanti e leggermente innaturali. Con le SM si avverte, anche se in misura non ampissima, una certa profondità di campo, anche se su tale piano sonoro gli strumenti si ammassano un pò al centro; le DJ sembrano invece soprassedere completamente, con un senso di profondità estremamente ridotto ed al contrario una certa tendenza a sparare gli strumenti direttamente sulla faccia dell'ascoltatore. Con il brano Gnomus, e più precisamente con i timpani, le SM300 danno una buona impressione di immanenza, dinamica e discesa in frequenza, ma i transienti appaiono leggermente smussati nell'attacco; qui le DJ invece esplodono letteralmente, con colpi puliti e portentosi, e sembrano chiedere di metterle alla prova con ulteriore potenza dal mio CreekAudio; timbricamente però sembra mancare un pò di equilibrio tra la gamma mediobassa (molto potente) e quella bassissima (un pò indietro). Più che sufficiente per le SM300 la riproduzione dei vari dettagli strumentali, in un ambito di una sostanziale equilibrio timbrico comunque tendente al "morbido" . Sufficiente la profondità di scena ed accettabile la capacità di sparire sul fronte orizzontale; al contrario le DJ tendono ad appiattire la scena, e di tanto in tanto i suoni rimangono un pò ai lati svuotando il palcoscenico. Il loro medioalto esuberante raffredda un bel pò il timbro degli archi e dei fiati, coprendo un pò le medie frequenze che  qualitativamente sono pure discrete ed abbastanza dettagliate. Eccellente invece la dinamica e la risposta ai suoni percussivi a bassa frequenza, anche se non sembrano scendere molto.
Passiamo al Jazz, con il duo Jarret/Haden (Pianoforte e contrabbasso) ; le SM300 si confermano calde, proponendo un pianoforte un pò addolcito ma tonalmente azzeccato, ed un contrabbasso leggermente esuberante in gamma mediobassa, ma mai duro. Lo stage è leggermente basso ed i due strumenti sono un pò addossati al centro, mentre le voci in secondo piano risultano sufficientemente naturale. Il contrabbasso scende in frequenza in maniera esuberante, con buona dinamica e discreto dettaglio nelle proprie armoniche più alte, mentre sembra mancare un pizzico di cattiveria sul pianoforte, come se il medio , timbricamente abbastanza corretto e solo un pò asciutto, mancasse leggermente in capacità dinamica. Tweeter abbastanza esteso in alto e mai freddo o invadente, ma al contrario morbido e piacevole. Nel complesso una prestazione musicale, ma non dettagliatissima. Mando a riposare le Radiotehnika e posiziono le Indiana Line; il pianoforte acquista vigore e dinamica,  ma risulta un pò colorato nelle note più alte. Il contrabbasso non è profondissimo, e manca un pò di articolazione, ma non certo di potenza ne di dinamica. Tendenzialmente il suono diviene più emozionante nei contrasti dinamici, ma un pò freddo e meno rispettoso dell'equilibrio timbrico degli strumenti. Lo stage non è molto accurato, e gli strumenti sono proposti in primo piano. Una performance non molto raffinata, ma dai buoni contrasti dinamici. Una prestazione , direi, tutta muscoli.
Passiamo al genere Folk-Country, con i The Notting Hillbillies e riproponiamo le SM-300; le note di basso sono ben evidenti e sufficentemente intellegibili, con qualche tollerabile imprecisione sul mediobasso, mentre le voci soliste e dei cori sono ben localizzate e su piani abbastanza ben separati. Il fronte sonoro appare corretto anche se non ariosissimo ed il timbro rimane sempre dolce, ma non per questo chiuso. Semmai è il dettaglio a non essere trascendentale, ma la cosa positiva è che c'è un sostanziale equilibrio timbrico e dinamico su tutto lo spettro sonoro riprodotto. Le Indiana Line prendono posto sui loro stand, alti 40 cm: la solita band di prima ora suona più chiara e lucida sulle gamme superiori, determinando però qualche ennesima colorazione sulle voci, evidenziandone pure le sibilanti. Gradevoli i piatti della batteria, piacevolmente "materici" anche se non raffinatissimi,  mentre il basso elettrico è molto potente e sensibilmente avanti, pur mancando una vera discesa in frequenza sotto ai 50 hz. Latita ancora quella sensazione di profondità della scena, e tutti gli strumenti vengono tendenzialmente avanzati, talvolta ammassandosi prospetticamente. IN ogni caso la prestazione complessiva è sufficiente, pur mancando di un pò di selettività tra i vari strumenti.
Il brano "Happy days are here again" del disco "Music Expression - vol.1" viene riprodotto dalle SM-300 ancora una volta con un pianoforte caldo, e con un registro basso profondo, le cui vibrazioni riempiono piacevolmente la mia stanza. La voce della cantante, non facilissima da riprodurre, mantiene un leggero velo nella porzione inferiore della gamma media, ma in alto si rivela chiara e dolce, allo stesso tempo. L'ariosità del messaggio sonoro è sufficiente, solo un pò minata da qualche colorazione in gamma mediobassa. Le DJ310 al contrario presentano un pianoforte un pò colorato e squillante , alla stregua della voce femminile. Il basso non è molto profondo ma sempre potente. Torniamo alle SM300, con la traccia "The blues is here to stay" : la chitarra elettrica è proposta in maniera dolce, mentre le percussioni sono piene, potenti e profonde; i dettagli sono qualitativamente sufficienti ma transienti risultano lievemente ammorbiditi sia da parte del woofer che del midrange. Le DJ si esaltano con le percussioni, ed in questo caso diventano entusiasmanti per dinamica e livello sonoro pur non mantenendo un perfetto grado di selettività tra i vari tipi di percussione riprodotti nello stesso momento. Eccellente il senso del ritmo, mentre le voci soffrono un pò sia l'impostazione molto aperta del medioalto, sia la colorazione che esiste tra la zona "mediobassa" e quella media. Dettaglio sufficiente, e medio leggermente retroposto.
La particolare voce soul di Anita Baker viene ripodotta in maniera sufficientemente accurata dalle Radiotehnika, che non suonano mai troppo chiare e sterili, ed al contrario risultano sempre morbide e piacevoli; il pianoforte timbricamente appare corretto ma ancora una volta manca di un pò di cattiveria sui "martelletti". Basso elettrico morbido piacevole e profondo, mentre il mediobasso è un pò avanti e talvolta leggermente slegato timbricamente dalla porzione media, che appare più asciutta. Una prestazione complessivamente valida e musicale. La voce della cantante di colore diventa un pò dura con le Indiana Line, mentre le sonorità tendono a rimanere "dentro" ai diffusori, ed il piano risulta un pò troppo "allargato", anche se ben dinamico e "martellato". Il posizionamento del coro in pratica coincide con quello della solista, e la mancanza di profondità (o meglio della profondità che con certi generi musicali l'ingegneri del suono "simulano" ) appare una caratteristica di questi diffusori, con i quali il soundstage si appiattisce un pò e viene avanzato . Il basso appare corposo e fa da contraltare ad una gamma medioalta in evidenza.
Il Rock progressive prende vita con Roger waters ed il suo album "Amused to death"; anche qui le SM300 trovano un sostanziale equilibrio timbrico, con il basso profondo che aspetta solo di essere chiamato a rapporto, un mediobasso morbido ed un pò avanti, e qualche sibilante
nella voce di Roger (in verità presente sulla traccia registrata) , solo appena accennata. Coro e voce solista appaiono ancora separati e dettagliati in misura sufficiente, con il tweeter che non prende mai il sopravvento ed il medio lineare e abbastanza dettagliato, sopratutto fino a livelli sonori elevati, ma non andando oltre, ossia gettandosi su quelli "molto" elevati. Buonissimi i famosi "effetti speciali" del CD, mixato in Qsound. Le DJ310, con questo genere si riscattano parzialmente, e la sonorità chiara viene ottimamente contrastata da un eccellente senso del ritmo, una ottima riproduzione delle percussioni che oltretutto vantano un buon equilibrio con il basso e la chitarra, elettrici. Basso potente ma non troppo profondo, con la tenuta in potenza del woofer che sembra poter contenere bordate di watt parecchio più ampie di quelle pur buone che il mio CreekAudio può sparare. Le sibilanti delle voci si fanno un pò avanti, ma complessivamente la riproduzione è potente, dinamica ed esuberante, ed anche se non perfettamente equilibrata, risulta coinvolgente. Gli effetti del Qsound sono notevoli, anche se la esuberanza del medioalto li rende leggermente aperti nel timbro.
Continuo con il Rock dei Pink Floyd, con il mitico "The Wall". Le SM300 riproducono questa registrazione (un pò pompata sul basso) caratterizzandola con la loro morbidezza ma al contempo anche con la loro valida estensione; il famoso elicottero è un pò basso prospetticamente, ed ancora una volta leggermente ammorbidito nei contorni dinamici. Il giro di basso elettrico non può che risultare piacevole e potente, anche se non sempre frenatissimo, ma qui il tecnico del suono ci ha messo del suo.....Anche la chitarra elettrica risulta chiara ma un pò addolcita, e complessivamente gli orecchi non si stancano davvero del timbro complessivamente morbido di questo diffusore. In qualche occasione però manca un pò di ariosità e cattiveria. E le DJ? Beh, con questa registrazione  rinascono; impatto e dinamica  trovano ottimi "esecutori" nelle Indiana Line, che sembra ti implorino di alzare il volume. La particolare registrazione stempera il carattere un pò duro dei diffusori e ne viene fuori una performances dinamica che difficilmente potrete provare con altri diffusori da 350 euro la coppia! Punch, contrasto dinamico, medio regolare, medioalto un pò cattivo potente e chiaro, estremo acuto mai troppo avanti e abbastanza ben dettagliato, danno vita ad una prestazione molto positiva. Se penso a come suonavano con la classica.....
Un pò di musica POP & DANCE con Mariah Carey e la sua voce notoriamente cristallina (e spesso superequalizzata lato altissime frequenze...) rendono brillanti ed un pò aggressive le pur compassate SM300;  la loro natura però stempera qualche esubero del mixaggio lato alte frequenze , peraltro riprodotte in maniera chiara e detagliata. Lato basse frequenze riescono a tirare fuori volumi notevoli, anche se con timbro morbido e mai "cattivo", leggermente poco frenato sul mediobasso. Nel complesso una prestazione valida ed emozionante, con un filo di morbidezza aggiunta che con "certi dischi" e "certa musica" davvero non guasta.
Anche le DJ310 suonano volentieri con la bella Mariah Carey, ma suonano diverse; la loro naturale esuberanza è relegata alla gamma medioalta, ma il mixaggio di questo genere di dischi esalta molto anche le basse frequenze. Ne viene fuori un timbro complessivo sicuramente un pò loudness ; risulta piacevole però, dare watt in abbondanza e godersi il grande contrasto dinamico e la pressione sonora che danno vita alla musica "leggera".  D'altra parte, dinamica e tenuta in potenza sono le doti della DJ310, che ad alti volumi sonori e con certi tipi di musica, trovano il loro motivo di esistere.
Finiamo con l'immancabile M.Jackson , ed il suo "Dangerous". Le SM-300 riescono praticamente sempre ad improntare la musica che riproducono con la loro morbidezza e la loro pienezza alle basse frequenze; la voce del defunto cantante, pur nel suo particolare timbro, non risulta mai sgradevole, semmai leggermente colorata (mixaggio non certo perfetto). Basso profondo e mediobasso sono sempre ben presenti, con buona dinamica e sufficiente selettività. Buona la propensione a sopportare volumi elevati, ma manca un pochino di dinamica , di cattiveria, sulle frequenze medie. Nel complesso una sonorità abbastanza calda e piacevole. Le DJ310 qui tirano fuori quella dinamica e quel punch che rendono merito a questo tipo di musica, anche se mantengono un pò di freddezza sul medioalto. Punch elevato, grande senso del ritmo, basso profondo un pò in secondo piano ma sensibilmente asciutto e frenato, vi faranno muovere il piedino a ritmo......








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